Workshop-Sospensione

Questa pagina contiene i progetti degli studenti che hanno partecipato al Workshop tenuto da Cesare Pietroiusti, Benjamin Weil e Filipa Ramos all'Università IUAV di Venezia. (13 Giugno-8 Luglio 2011)








CLaSAV – Laboratorio di Arti Visive
Cesare Pietroiusti – Benjamin Weil – Filipa Ramos


Michelangelo Corsaro
sei luglio, ore sei e mezza
osteria ai do pozzi dae fie
(campo ss. filippo e giacomo, castello, 436)
Behind the white curtain è una mostra sospesa. La sua struttura cambia a seconda degli spettatori che scelgono, tra le opere conservate dietro la tenda, quelle che devono essere esposte. Non c'è nulla di stabile: nessuna delle opere viene esclusa o inclusa dalla mostra
perché la sua struttura gira attorno alla scelta di sospendere la scelta. La grande tenda bianca, sospesa in mezzo alla sala, divide lo spazio in due aree: il "magazzino" e la "sala espositiva" che vengono messe in dialogo fra loro dallo spettatore che, selezionando le opere da esporre, attiva il meccanismo per cui la mostra prende vita, si crea e si disfa in continuazione, a seconda delle sue scelte. L'artista Darius Mikšys, autore di Behind the white curtain, parlerà della propria opera durante un incontro in un bar veneziano.
otto luglio, ore otto
serra dei giardini
(viale giuseppe garibaldi, 1254, castello)

Oliver Carrer
La fotografia e la doppia valenza del sospendere.
1-il fotografo – nell'atto di scattare;
2-la fotografia in sé come cristallizzazione del tempo e dello spazio.
Il fotografo, nell'istante in cui scatta la fotografia, cerca di rimanere il più immobile possibile, trattiene il fiato, la sua vita in un certo senso è sospesa. La fotografia in sé d'altronde è una sospensione, cristallizzazione del flusso dello spazio-tempo.
Il mio lavoro consiste di due elementi. Lo scatto una fotografia, la cui inquadratura ed il cui
soggetto non sono importanti. Il lungo tempo di esposizione, circa un minuto, senza uso di cavalletto. Il fotografo trattiene il respiro e rimane immobile durante questo tempo.
L'atto di fotografare è ripreso su video. Lo scatto fotografico ed il video, la documentazione di una performance e il suo effetto, sono esposti l'uno in relazione all'altro.

Elisa Fantin e Valentina Roselli
Fall in Love
Ragioniamo sul concetto di sospensione traducendolo in caduta. Il titolo rappresenta il lavoro in sé perché vogliamo cadere nell’amore inteso come forza creatrice di relazioni e scambio. 
Durante l’inaugurazione della 54° Biennale di Venezia abbiamo conosciuto l’artista Daniel Firman e ci siamo interrogate sul suo lavoro Wursa (a 18000 km dalla Terra), che consiste in un elefante tassidermico installato con il corpo all’insù che poggia a terra con la proboscide. Mentre Daniel lavora prettamente con sculture umanoidi o composizioni cromatiche a neon, riteniamo che questa opera segna un passaggio importante nel suo linguaggio. Siamo entrate prima in relazione con il lavoro attraverso un dialogo che aveva come chiave di lettura il tema della sospensione e abbiamo chiesto all’artista di utilizzare questo stesso metodo per fare emergere il suo processo creativo.

Marta Ferretti
Guida al disorientamento - Palazzo Zenobio è uno strumento.
Uno strumento di sospensione temporale e spaziale, composto di tracce, indizi e suggerimenti che inducano il visitatore a scoprire il luogo attraverso un'esperienza di perdita e quindi ri-orientamento personale. 
Palazzo Zenobio è stato per molti anni un collegio armeno e oggi ospita numerose mostre ed eventi culturali, visitati dai turisti e dagli abitanti veneziani. Pochi sanno però che il palazzo rimane ancora un punto di riferimento saldo per il popolo armeno che si trova a passare o vivere a Venezia: è abitato da una piccola comunità proveniente da zone disparate del mondo.
Guida al disorientamento - Palazzo Zenobio è un tentativo di fornire alcuni spunti di riflessione sull'impossibilità di costituire e rappresentare l'identità di un popolo attraverso il concetto di nazione. Il caso armeno infatti, a causa della diaspora del suo popolo, è emblematico della necessità di ripensare una cultura come qualcosa di molto più eterogeneo, che abbia le proprie radici in un luogo altro rispetto al territorio nazionale.
Nella guida si vogliono tracciare brevi percorsi di indagine all'interno della complessa identità armena attraverso le immagini e le parole di chi oggi è parte della comunità di palazzo Zenobio. Attraverso l'esperienza fisica di attraversamento di questo luogo tramite gli indizi presenti nella guida sarà possibile avvicinarsi alla cultura armena e coglierne alcuni spunti di conoscenza.

Nina Fiocco
Documentazione di azione presso la web cam di Cima Grappa; stop motion, 24sec, loop.
“Beati coloro che crederanno senza vedere”. Per colui che crede la visibilità è probante
tanto quanto l’invisibilità. Per colui che non crede l’apparizione è la sospensione del suo
stato. Di fronte a ciò che vediamo siamo costretti a credere.
Così ogni giorno guardiamo come testimoni assenti ciò che altrove succede. Il mio è il tentativo di insistere su una forma di informazione che è già rappresentazione.

Clio Flego e Natalia Franchi
Curare l’assenza di coscienza, causata sia da problemi fisici neurologici, come l’epilessia, che da motivi psicologici, come svenimenti apparentemente immotivati, e identificala in una forma visiva funzionale alla loro maggiore conoscenza e consapevolezza. Questo è stato il presupposto dello sviluppo del nostro lavoro, che è stato suddiviso in due momenti: il primo di riflessione ed espressione artistica, basato sul concetto di sospensione come perdita di coscienza e di controllo di se stessi; il secondo di sviluppo e approfondimento reciproco dei nostri lavori personali, usando un modello curatoriale che tenta di portare a una migliore e più efficace comunicazione delle nostre creazioni artistiche.

Giulia Gabrielli
Il diritto non più praticato e solo studiato è la porta della giustizia (Walter Benjamin, 1934).
Still untitled vuole indagare il tema della sospensione dal punto di vista giuridico, ipotizzando la sospensione della norma, l'eccezione come pratica artistica quotidiana di negoziazione tra l'individuo e lo spazio che lo circonda. 
Il progetto prevede l'ideazione di una piattaforma trasportabile, un piccolo monumento mobile attraverso cui testare possibilità performative di occupazione dello spazio pubblico cittadino.

Laura Lovatel e Federica Menin
Lavorando attorno al carcere di Santa Maria Maggiore, sestiere Santa Marta, ci ha colpito la sua ringhiera, che probabilmente deriva dall'ordinanza del 1982, che stabilisce il mantenimento della distanza di 2 m da parte dei passanti rispetto all'effettivo muro dell'istituto. E' una ringhiera piuttosto esile, facilmente valicabile, che crea uno spazio sospeso tra se stessa e il muro. Ci siamo concentrate su questo limite, percorrendolo: un esercizio fisico di cammino in equilibrio sulla ringhiera. Questo gesto praticato in due trova senso anche nell'aiuto che la persona a terra dà a quella in piedi, che cerca l’equilibrio sulla ringhiera. L’azione sarà documentata. 
L’altro aspetto che stiamo considerando è quello di raccontare pubblicamente le osservazioni che abbiamo raccolto attorno al carcere: note dell'ascolto del posto, informazioni trovate sul web, spunti di conversazioni con i passanti e gli abitanti e riferimenti all'esperienza di ricerca dell'equilibrio.


Gaia Martino
Il presente non è che sospensione tra il passato fissato nella memoria e il flusso del futuro. Questa è sospensione costante: viviamo in una dimensione sospesa, in equilibrio primario, nel quale si posizionano e si susseguono momenti. Noi siamo di volta in volta quel momento. La sospensione non è dunque pausa, interruzione, precarietà di equilibrio, ma al contrario può essere vista come una condizione stabile di costante impermanenza, una dimensione nella quale si è indistintamente, senza saperne ricostruire con precisione il processo di inizio e di fine.
Viene proposta al fruitore l’esperienza di attraversamento di uno spazio liberamente scelto; l’attraversamento è accompagnato dallʼascolto in cuffia dei suoni ambientali spontaneamente percepiti e registrati in presa diretta durante quel momento. Lʼaudio viene però riproposto con un ritardo di circa 3 minuti, in modo da slegare il suono dalla deduzione di causa-effetto nella percezione del movimento e di tutto ciò che si svolge durante la traiettoria. Unʼesperienza non “in” ma “di” sospensione per colui che diventa così, concettualmente, il futuro del proprio passato, in un momento del tutto presente.

Giada Pellicari
Il blog FloatingArts nasce all'interno di un workshop sul tema della sospensione. Il significato scelto in questo caso è  quello di "galleggiamento", come quello che avviene nell'acqua per un corpo, il quale si trova come sospeso tra terra e cielo.
L'associazione di idee tra il galleggiamento e la presenza di internet è emersa allora tramite
il verbo navigare, lo stesso utilizzato per dire "navigare in internet" o in inglese "surf the net". 
La scissione in termini di spazio-tempo che avviene nel momento in cui ci si collega alla rete, denota un decadimento della dimensione spaziale con la sua totale perdita (in un'accezione di origine McLuhaniana), ma si può anche ritenere che possa avvenire una differenza temporale, giacché molto spesso il tempo "scivola via".
La fruizione dei lavori d'arte contemporanea diventa un modello da sperimentare costantemente: anche nella rete si possono creare dei momenti di fruizione dell'arte, nonché di mostre pensate concettualmente. 
Se l'arte autodetermina il luogo dove si trova e se si può ritenere che l'avvento di internet abbia scisso le dimensioni spazio/temporali e soprattutto quelle di pubblico/privato, allora anche la rete è diventata uno spazio pubblico per l’arte.

Valentina Rosselli
Il bisogno di dar voce al progetto del collettivo birmano Generation Wave nasce da un corto circuito dato dalla riflessione sulla sospensione come work in progress di una lotta che sfrutta la musica per criticare un regime politico. Il loro modo di farsi conoscere è sfornare cd in casa per diffondere la loro protesta sfuggendo al controllo del governo. 
Prima di aver avuto un contatto diretto con i Generation e di aver accesso ad una chiara traduzione dei loro testi, presento il mio progetto nel suo stato embrionale, traducendo i miei intenti nella masterizzazione casalinga di alcuni loro brani e video da regalare.

Maria Giovanna Virga
Untitled ha preso forma dall'interesse a definire e comprendere quei particolari momenti in
cui le distanze, fisiche o caratteriali, richiedono delle interruzioni all'interno dei rapporti personali. Delle sospensioni emotive, imposte o ricercate, in cui si è obbligati a fermarsi, a sospendere le azioni abitudinarie e a ricrearne di nuove con il fine di preservare i sentimenti iniziali che hanno caratterizzato la relazione.
Il repertorio cinematografico è stato un proficuo terreno d'indagine e archivio di parole da cui poter attingere. Gli intrecci narrativi, la voce narrante come commento oggettivo degli eventi e prolungamento della coscienza dei protagonisti; i ricordi, i sogni ed i desideri dei personaggi insieme alle caratteristiche tecniche e linguistiche del mezzo (come ad esempio il fermo immagine o l'interruzione del sonoro) sono state cifre stilistiche determinanti nella scelta dei film e nella selezione del materiale discorsivo da riorganizzare.
Il risultato formale è un libro dal doppio intreccio che si ripete circolarmente, essendo composto da strofe leggibili sia dall'alto verso il basso che dal basso verso l'alto; un libro senza un inizio e senza una fine che permette un continuo mutamento di struttura discorsiva ma non priva di significato.

Carlo Cecconi
Diario di un'eterotopia
nove luglio, ore tre, durata: 3 ore
viaggio in barca per un’isola sconosciuta
appuntamento per la partenza: serra dei giardini
(viale giuseppe garibaldi, 1254, castello)

Una performance segreta in un isola sconosciuta della laguna.
Una piccola riflessione su un piccolo angolo di mondo.
Una caccia al tesoro senza tesoro e senza caccia.
data da definire, autunno 2011
serra dei giardini
(viale giuseppe garibaldi, 1254, castello)

Elisa Fantin
IN IPNOSI avrà una durata di un’ora e mezza circa. Un gruppo di 5 volontari verrà ipnotizzato dal dottor Leonardo Mometti e verrà loro raccontata una storia durante lo stato semicosciente dell’ ipnosi. Ho chiesto all’artista Driant Zeneli di raccontare una storia sulla caduta in relazione alla sua opera Some say the moon is easy to touch… presentata alla 54. Biennale di Venezia. Una volta raccontata la storia, i volontari saranno risvegliati e si chiederà loro di condividere le emozioni provate con il pubblico.