Ho registrato questo video con il mio telefonino durante uno dei miei numerosi viaggi in treno.
Si può vedere qui il percorso tra Ponte di Brenta-Padova, che si pone come un accompagnamento visivo ricoperto di tag, throw up e qualche piece.
Molti sono i treni, i luoghi, i muri dipinti che conosco e vedo, ma questo è particolarmente interessante per la densità di tag e throw up che vi si possono riscontrare. Un muro che denota una gestualità istintiva e notturna che si è venuta a creare nel corso dei giorni, dove si possono trovare molte firme riconoscibili e specifiche di alcuni noti artist. Ma questo, in realtà, non è l'elemento più importante o per lo meno quello che mi interessa in questo contesto.
Se nel post precedente ho trattato il Great Wall di Los Angeles, dove tutto è stato completamente studiato e organizzato con precisione e scelte specifiche, qui si può parlare di autogestione di una parete che, come si può facilmente notare, è immensa.
L'esigenza gestuale dei graffiti, che è ciò che sta alla base di quello che può essere considerato l'aspetto performativo dell'intera pratica artistica, si esprime in questo senso nella realizzazione veloce di questi lavori, i quali si trasformano in una forma di comunicazione visiva dell'artista che l'ha compiuto, possibilmente verso uno spettatore (in questo caso sì si può utilizzare il termine spettatore, ovvero derivante da speculum, colui che si rispecchia. Molte volte invece sarebbe meglio utilizzare il concetto di pubblico o fruitore).
Pensavo davvero fosse una murata pensata precedentemente, invece si è creata notte dopo notte, accostando throw up su throw up su di questo sfondo verde.
Non vorrei essere troppo precisa qui, dato che anche lo spazio dedicato ai post nasce in questo blog in una forma "informale", perdonate il gioco di parole, ma quello che mi interessa di questo video è la fruizione di questi lavori durante un ipotetico movimento.
Il mio è un occhio allenato, ormai conosco a memoria le tag e i pezzi che mi ritrovo davanti durante il mio percorso quotidiano da Padova a Venezia, ma difficilmente questa parete può passare inosservata. La fruizione in movimento, allora, diviene ciò che dà vita a questo lavoro e ciò che cattura l'attenzione verso il throw up e la sua gestualità, diventando così realmente emblematico dell'esigenza di comunicazione e visibilità di questi artisti, i quali divengono, così, degli agenti sociali.
Giada